Cos’era il web 1.0 per un neofita come me?
Era un mondo popolato da pochi, con una manciata di migliaia di pagine in lingua italiana, dove la facevano da padrone i siti personali, dalla grafica scarna e dai contenuti ingenui, eppure difficilissimi da costruire nonchè da aggiornare e dunque abbastanza statici, in cui le Jpeg si aprivano a scatto nel giro di un paio di minuti, e dove il visitatore non poteva interagire, se non attraverso due strumenti: il guestbook (il patetico libro firma dove vergare un saluto di passaggio) e rudimentali forum regni dell’anonimato più selvaggio.
Ma non è che si era proprio dei cavernicoli: per interagire esistevano comunque decine di programmi di chat (ICQ in particolare con quello sfondo nero e le lettere dai mille colori, un vero pugno nell’occhio che ha provocato un’epidemia di miopia tardiva nei ventenni di allora), già si scaricava musica con napster (se andava bene scaricavi 2 mega in mezz’ora, ma era comunque una rivoluzione), insomma il web era un mondo lento, allegro ed ingenuo dove sperimentare un’esperienza anzitutto personale di conoscenza del globo virtuale con strumenti ancora incerti, vedi i primitivi motori di ricerca ante-google o i pesantissimi browser che mulinavano come motori a scoppio per aprirti una pagina di solo testo.
Poi il web si è espanso, le tecnologie si sono evolute, gli strumenti per navigare moltiplicati, i prezzi per navigare calati, la stessa esperienza del vivere il web si è semplificata ad uso e consumo di chiunque.
E’ arrivato il web 2.0. Cosa sia tecnicamente non sta a me dirlo. Diciamo che da un certo punto in poi abbiamo visto fiorire un motore di ricerca che contiene in sè l’universo mondo, due idee meravigliose come youtube e wikipedia realizzate in modo impeccabile, realizzarsi la condivisione piena, l’interazione totale. I siti personali spazzati via dai blog che offrono la totale accessibilità mediante l’apertura ai commenti. Le singole comunità che veicolano i loro network fino ad allora chiusi ed isolati come in un arcipelago, in contenitori globali. Arrivano infine i social network, la consacrazione del 2.0, che si mangiano tutto, blog compresi.