Il web 2.0 mi ha rotto le palle (Parte II: l’assordante caciara dei social network)

2 novembre 2013
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Comunicare è da insetti: esprimerci ci riguarda” (Manlio Sgalambro)
Perchè mi sono rotto le palle del web 2.0?
Perchè odio le chiacchiere inutili. La gente che tiene voglia di parlare e non sta mai zitta. Le loro voci ciarlanti che si sovrappongono e producono solo rumore. E poi la gente che si sbraccia, che gesticola, che ti tira per la giacchetta. E le parole che nessuno sente perchè tutti sono impegnati a pensare cosa dire poi.
Ho sempre odiato trovarmi in un bar a sorseggiare il cappuccino col giornale, e sorbirmi ogni fallito avventore quotidiano che ti dice la sua sul mondo, sul calcio, sulla figa.
Ho sempre detestato i viaggiatori di treno che ti attaccano bottone perchè non sanno stare zitti per due ore consecutive, e ti ammorbano con discorsi inutili sui massimi sistemi salvo poi andarsene senza manco salutarti.
Ho sempre deriso i battibecchi tra militanti politici, tra tifosi di calcio, tra maniaci di cinema, perchè ho sempre detestato la caciara, la presunzione, la mancanza di pazienza che la gente manifesta nel non saper ascoltare, la fretta con cui giudica e condanna, e la facilità con cui si contraddice.
Ho dunque sempre cercato di fuggire quei luoghi sociali in cui è più facile incontrare questi professionisti della parola, del finto confronto, del rumore di pensieri gettati lì alla cazzo.
E diciamo che ci sono anche riuscito, per lo meno in buona parte.
E poi cosa succede? Che te li ritrovi tutti sul web.
I fanatici del bar dello sport, i maniaci del cineforum del venerdì, gli scassacazzo che strologano in treno, i militanti politici che te la menano a cena. Hanno tutti traslocato. Sono tutti connessi, col loro smartfon o aipad o sailcazzo che cosa, e passano la giornata a postare, tuittare, retuittare, taggare, commentare, linkare, farsi bannare. Sono tutti in rete, e da quando tutti parlano in rete c’è un casino, una sovrabbondanza di parole che nessuno poi legge, una totale mancanza di confronto, una mica tanto sottile violenza vigliacca, che francamente la metà mi basta per tagliare la corda.
I social network, in tutto questo, sono solo il punto di arrivo di come si sia riusciti a mandare in vacca anche una cosa bella come internet. Leggi il seguito di questo post »